Intervenuto a ‘Che Tempo Che Fa’, Roberto Burioni ha messo in evidenza un iniziale colpo della ricerca contro il tumore al pancreas.
Nel corso dell’ultima puntata di ‘Che Tempo Che Fa‘ sul Nove con Fabio Fazio è stato tempo di parlare anche di una bellissima svolta, seppur ancora in fase embrionale, sulla ricerca contro il tumore al pancreas. Un male che di recente ha portato via la famosa attrice Eleonora Giorgi. A parlarne in diretta è stato il professore Roberto Burioni, ospite del programma televisivo.

Burioni e il tumore del pancreas: una malattia terribile
“Ci sono ancora tumori molto pericolosi, contro i quali non abbiamo cure molto efficaci”, ha esordito Roberto Burioni a ‘Che Tempo Che Fa’. “Uno dei più terribili è l’adenocarcinoma, un tumore del pancreas che ha portato via tante persone. Recentemente, Eleonora Giorgi. Nel campo sportivo, Vialli, Facchetti… Una malattia terribile che colpisce 15mila persone ogni anno in Italia: ad un anno dalla diagnosi solo un paziente su 3 è vivo. Si tratta di una malattia terribile, ma è arrivata una notizia stupefacente“.
La svolta della ricerca: la buona notizia
“La ricerca ha segnato un colpo iniziale, ancora molto preliminare. Al Memorial Sloan-Kettering Cancer Center di New York, hanno realizzato quello che abbiamo detto tante volte del vaccino anti-covid, che porterà ricadute anche in altri campi”, ha spiegato Burioni prima di entrare nei dettagli di quanto fatto dallo studio.
“L’azienda che ha prodotto il principale vaccino contro il Covid nel 2021 ha messo a punto un vaccino che non serve a prevenire il tumore al pancreas ma serve ad attaccare e stimolare il sistema immunitario contro questo tumore”. Il professore ha quindi aggiunto: “Messo insieme ad un altro farmaco che disarma i ‘poliziotti corrotti’, è stato somministrato a 16 pazienti”.
Burioni ha spiegato a ‘Che Tempo Che Fa‘ i risultati ottenuti: “Questo ha portato a risultati sorprendenti. Sette pazienti non hanno avuto una risposta intensa contro il tumore, otto l’hanno avuta. Di questi, 7 pazienti sono vivi dopo 4 anni. Quando, a cinque anni, con le terapie migliori che abbiamo, quelli individuti sono 1 su 10. Tra l’altro quello che è mancato aveva avuto una risposta di breve termine. Tra i 7 pazienti ancora vivi, in 6 non hanno più nessuna evidenza della malattia. Questo è un caso incredibile”.
"C'è una notizia molto bella…"@RobertoBurioni a #CTCF pic.twitter.com/ekjHbPljkZ
— Che Tempo Che Fa (@chetempochefa) March 16, 2025